Silicon Valley Bank: l'anello più debole
L'attuale turbolenza nella sfera finanziaria è solo l'ultimo capitolo della crisi sistemica del tardo capitalismo
di Thomasz Konicz, 22.03.2023
Di nuovo un’altra volta?!?? A prima vista, il collasso della californiana Silicon Valley Bank (SVB) [*1] sembrerebbe preannunciare una nuova crisi finanziaria che evoca il ricordo del crollo della bolla immobiliare transatlantica avvenuta nel 2007-09 [*2]. Insieme a "Silvergate Capital", un istituto finanziario specializzato in cripto-valute che era stato messo in liquidazione poco tempo prima, e "Signature Bank", anch'essa in crisi, a essere minacciato da una conflagrazione che dovrebbe essere evitata grazie a un intervento globale da parte dei politici statunitensi (i quali hanno molta esperienza nella gestione delle crisi negli ultimi decenni [*3]), è l'intero sistema finanziario. In un primo momento, questa crisi bancaria sembrava che stesse colpendo soprattutto gli istituti finanziari che avevano legami con l'informatica: SVB era specializzata nel finanziamento di start-up nell'industria tecnologica californiana. La banca si è trovata in difficoltà dopo aver accumulato perdite per 1,8 miliardi di dollari sulla vendita di titoli [*4]. Ma dopo che la banca non è riuscita ad attuare un aumento di capitale di emergenza, ed essere così diventata di fatto insolvente, a prendere il controllo dell'istituto finanziario è stato il "Dipartimento per la protezione e l'innovazione finanziaria" (FDIC). La banca di cripto-valute, la "Silvergate Capital", che finanziava nuove società tecnologiche, è anch'essa in liquidazione.
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